Sono molto legata a mia nonna materna. Da piccola la chiamavo Tituccia e quel nomignolo le è rimasto fino ad oggi. Se penso a lei la immagino mentre stende la pasta e poi gira veloce il mattarello, con la sfoglia che fa quel rumore caratteristico, o mentre aiuta mio nonno con il cucito (mio nonno si è sempre fatto tutti i suoi vestiti da solo, con quello stile un po’ all’antica, con vita alta, pince e gilet) o ancora mentre lavora a maglia o cura l’orto e le galline.
Sono tante le cose che sa fare, e mi accorgo solo ora che io non so fare nulla di tutto questo, così mi è venuta voglia di imparare da lei, prima che sia troppo tardi…
E siccome è carnevale, ho pensato di imparare a fare le frappe, così la settimana scorsa le ho telefonato, le ho chiesto cosa dovevo comprare e, dopo un salto al supermercato, sono andata da lei.
Naturalmente la ricetta è un po’ ricavata, visto che lei, comunque, fa tutto ad occhio!
Ingredienti:
500 g. di farina circa
3 uova
1/2 bicchierino di liquore che vi biace (noi ieri abbiamo usato l’amaretto di saronno)
1/2 bicchiere di latte
scorza di limone
1 cucchiaio di zucchero
1 pezzetto di burro ammorbidito
olio di semi di mais per friggere
miele e/o zucchero a velo per condire
Preparazione:
Mettere la farina a fontana su un piano di lavoro ben pulito e romperci dentro le uova. Con una forchetta cominciare a battere incorporando piano piano la farina, aggiungere il burro, il liquore, il latte, lo zucchero e la scorza di limone grattuggiata e continuare finquando la farina è quasi tutta amalgamata, poi cominciare a lavorare con le mani (se l’impasto è troppoduro aggiungere un po’ di latte).
Lavorare bene con tutta la forza delle braccia, ma facendo attenzione a non”spettinare” la pasta rigirandola troppo, ma piuttosto spingendo bene sul piano di lavoro: l’impasto deve risultare liscio e non grumoso (spettinato!). Far riposare per qualche minuto e poi stenderlo col mattarello, ricavandone una sfoglia sottile (noi abbiamo diviso l’impasto in due in modo da fare 2 dischi, che altrimenti la sfoglia sarebbe diventata troppo grande per lavorarla sul tavolo da pranzo con facilità).
Con la rotella apposita, tagliare la sfoglia a striscioline più o meno sottili e ricavarci dei nodini, o delle farfalle, o semplicemente dei rombi. Friggere in abbondante olio ben caldo, poche alle volta, togliendole quando sono dorate da entrambi i lati. Metterle man mano su un vassoio e condire con poco miele e dello zucchero a velo, fintanto che sono ancora calde!!
Devo dire che mia nonna ha fatto quasi tutto il lavoro duro, ma, nonostante questo, il giorno dopo avevo tutti i muscoli della braccia e delle gambe indolenziti! Altro che palestra!!!
Alla prossima,
bunny.
brioche82
1 febbraio 2012 at 10:20
Le frappe (che qui da me, in Salento, si chiamano Chiacchiere) sono fra i miei dolci preferiti, ne mangerei tonnellate!
E’ bello avere una nonna complice che ci tramanda i suoi saperi, possiamo riscoprire i sapori di una volta e quel gusto di “metterci le mani” che la tecnologia un po’ ci sta togliendo.
cippola78
1 febbraio 2012 at 10:44
che buone le frappe e queste sono proprio invitanti!!!!
donatella
1 febbraio 2012 at 22:05
ma che bella questa foto… la tradizione che continua!
e che buone anche queste frappe, complimenti a tutte!
bunny
2 febbraio 2012 at 00:30
Il giorno dopo le ho portate ai miei colleghi di ballo e mi hanno fatto i complimenti: mi han detto tutti che nonostante fossero fritte erano leggerissime!
E oggi ho replicato, facendo però le castagnole, che son le mie preferite!!
B.
Barbara
4 febbraio 2012 at 17:31
…senza nulla togliere alle frappe, le immagini più belle siete tu e la nonna 🙂
bunny
4 febbraio 2012 at 17:33
Grazie 🙂 !
B.